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Aria assassina

Nov 04, 2023

L’inquinamento atmosferico in Pakistan – e di fatto in tutta l’Asia meridionale – sta accorciando la durata della vita e influenzando la qualità complessiva della vita. Questi sono i tristi risultati del rapporto annuale sull’indice della qualità dell’aria dell’Università di Chicago. Il documento dovrebbe servire da campanello d’allarme sia per i politici di questo paese, sia per la regione più ampia, poiché il rapporto ha soprannominato l’Asia meridionale “l’epicentro globale dell’inquinamento”. Ciò significa che l’inquinamento non è solo un problema ambientale, ma anche di salute pubblica. Lahore è stata definita la città più inquinata del Pakistan, mentre il rapporto rileva che gli abitanti della capitale del Punjab e di Sheikhupura, Kasur e Peshawar si stanno riducendo di circa sette anni a causa dell'aria cattiva. In effetti, si ritiene che l’inquinamento da particolato sia la seconda più grande minaccia per la salute umana in Pakistan, dopo le malattie cardiovascolari. La realtà è che l’Asia meridionale nel suo complesso è nella morsa di una crisi sanitaria causata dall’aria inquinata. Bangladesh, India, Nepal e Pakistan sono stati definiti i quattro paesi più inquinati al mondo, con Nuova Delhi che si è guadagnata il poco invidiabile titolo di “megalopoli più inquinata del mondo”. Le cause alla base degli elevati livelli di inquinamento atmosferico includono la combustione di combustibili fossili da parte di grandi popolazioni, mentre la combustione dei raccolti e le fornaci per mattoni si aggiungono al mix tossico.

Il rapporto rileva che sono stati compiuti alcuni progressi in Pakistan e Bangladesh nella regolamentazione delle fornaci di mattoni. Ma considerando la natura della minaccia, nessun paese può affrontare la questione da solo. In effetti, lo Stato deve affrontare i fattori chiave a livello locale – riduzione delle emissioni, passaggio a combustibili e tecnologie più puliti, ecc. – ma sarà necessario un approccio “dell’intera Asia meridionale” per affrontare efficacemente l’inquinamento atmosferico. Dopotutto, l’inquinamento non conosce confini e, a meno che tutti gli stati regionali non lavorino all’unisono, gli sforzi non forniranno i risultati desiderati. Si può fare riferimento al modello cinese; il rapporto AQLI afferma che la Cina ha avuto “notevole successo” nella sua “guerra contro l’inquinamento”. Mentre gli stati dell’Asia meridionale, in particolare Pakistan e India, raramente sono d’accordo su qualcosa, si tratta di una questione “soft” in cui è urgentemente necessaria una cooperazione multilaterale per la salute e il benessere di oltre 1,5 miliardi di persone che chiamano questa regione casa. Con la volontà e le risorse politiche, come osserva lo studio AQLI, il cambiamento è possibile.

Pubblicato in Alba, 31 agosto 2023

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